A cura di Martina Gonnella
«La natura compone alcune delle sue poesie più belle davanti al microscopio e al telescopio». Sono queste le parole con cui Theodore Roszak traccia la perfetta connessione tra i multiformi ambiti nei quali scienza e arte si combinano in un’armonia che è alla base del più grande patrimonio collettivo a disposizione dell’Umanità: la cultura. A ricordarlo è la Giornata mondiale della Terra che si celebra oggi, da Washington a Roma, da Londra a Pechino, con un accento particolare sulla scienza, grazie all’iniziativa “March for Science” a cui FutureDem ha scelto di aderire.
Immenso spazio di democrazia e di pluralismo, di libertà e di crescita, la scienza permea ogni ambito della vita collettiva, influenzando le più disparate scelte, anche e soprattutto quelle politiche. La nostra storia è inevitabilmente scandita dalle scoperte scientifiche, dalle invenzioni e dai tentativi di tracciare strade nuove per migliorare la vita dell’uomo, eppure questo non basta. Non basta a fermare le crescenti tensioni oscurantiste che conducono secoli di approfondimento e sperimentazione al margine di una controcultura fondata sull’arbitrio di opinioni prive di fondamento. Le campagne anti-vaccino, la negazione del pericoloso avanzamento del riscaldamento globale sono solo alcune delle dannose derive di questa tendenza alla quale gli scienziati di tutto il mondo hanno deciso di ribellarsi con un vero e proprio inno alla formazione, alla consapevolezza e all’integrità della ricerca scientifica, scevra da ingerenze politiche e influenze esterne.
L’iniziativa, partita da scienziati statunitensi preoccupati dalle politiche restrittive e decisamente poco filo-scientifiche dell’agenda del Presidente Trump, ha abbracciato tutta la Terra e ha avuto un eccellente riscontro in termini di partecipazione anche in Italia, dove concerti, pedalate, installazioni e seminari hanno acceso i riflettori su questioni di estremo rilievo. Due, in particolare, le motivazioni che hanno spinto i nostri scienziati a scendere in piazza e far sentire la propria voce: la necessità del riconoscimento del Diritto umano alla scienza e la liberazione di Ahmadreza Djalali, medico e ricercatore presso l’Università del Piemonte Orientale, da ormai un anno detenuto in Iran con l’accusa di “atti ostili contro Dio” e a rischio di essere condannato alla pena di morte.
Per tutte queste ragioni FutureDem ha scelto di unirsi alla Marcia e partecipare attivamente a questa importante campagna. Convinti del fondamentale ruolo della scienza nella creazione della consapevolezza necessaria per assicurare una corretta convivenza, ogni giorno marciamo metaforicamente a sostegno delle scoperte scientifiche a sostegno della medicina, di uno sviluppo ecosostenibile, dell’innovazione tecnologica e per queste ci battiamo. Riteniamo, infatti, che il ruolo della scienza non si esaurisca tra le pareti di un laboratorio o le pagine di un’enciclopedia, ma si esplichi prevalentemente tra le persone, nella vita di tutti i giorni, tracciando le coordinate per l’apertura di nuovi orizzonti e per il sostegno di valori come il rispetto reciproco, l’uguaglianza e la pace.