L’epidemia ha messo a dura prova il sistema formativo italiano. Se anche in questa emergenza la scuola sta resistendo, facendo sentire la sua presenza a milioni di studenti, lo dobbiamo ai docenti, agli educatori, ai tecnici, ai genitori che hanno accettato con coraggio la sfida di imbastire in pochi giorni una didattica a distanza su cui il nostro Paese non ha mai fatto un investimento strutturale e su cui porta un ritardo di quasi 10 anni.
Quella che è in campo in questi giorni è una didattica a distanza “di emergenza”, con tutti i limiti di una situazione imprevista e difficile. Non tutti sanno usare gli strumenti informatici; alcune famiglie non hanno le risorse per poter far accedere i figli alle lezioni; gli alunni con sostegno non riescono a essere seguiti come meriterebbero.
Il Governo deve proseguire nel suo importante impegno volto a colmare queste diseguaglianze: investimenti per l’acquisto di device, implementazione delle piattaforme esistenti, formazione del personale docente. Questa inoltre potrebbe essere l’occasione per fare passi avanti decisivi nei campi del riconoscimento dell’educazione non formale e della costruzione di una infrastruttura pubblica digitale permanente di supporto alle attività didattiche a distanza, che noi FutureDem auspichiamo sin dal 2018.
Gli studenti possono dare un contributo straordinario all’Italia in questo momento difficile, facendo la propria parte: rimanendo a casa, senza però rinunciare ad ampliare i propri orizzonti. Si continui a lavorare per metterli in condizione di farlo al meglio e, quando questa crisi sarà finita, avremo un patrimonio meraviglioso di conoscenze e curiosità da mettere a disposizione della rinascita del Paese.