Dall’approvazione della decisiva legge 180 (cosiddetta Legge Basaglia) che abolì i manicomi nel 1978, i progressi nel campo della salute mentale e della cura psicologica e psichiatrica in Italia sono stati insufficienti (e spesso inefficienti).

Il ricorso spesso esclusivo e talvolta eccessivo alle cure farmacologiche, le strutture ospedaliere prive di servizi di sostegno psicoterapico, la scarsa considerazione della personalità del soggetto in fase di diagnosi e poi di terapia e il peculiare sistema delle comunità, perlopiù alienante anziché integrante, costituiscono le lacune dello “scheletro” statale che frenano le possibilità concrete di un cambiamento.

A ciò si aggiunge nel nostro Paese un contesto altrettanto complesso dato dalla mancanza di un dibattito pubblico aperto in merito, dall’onnipresente stigma sociale e dalla mancanza di informazione e assistenza, che spingono la società stessa a non sapere di volere (e necessitare) con urgenza un sistema migliore.

Siamo insomma ancora lontani da quei Paesi occidentali in cui negli ultimi anni si è registrata una svolta sui piani dell’accettazione dei disagi psichici, della promozione della salute mentale intesa come elemento indispensabile al benessere e del contrasto allo stigma nei confronti di chi manifesta fragilità psicologiche.

Certo, nel nostro Paese sono stati compiuti alcuni importanti passi avanti, come la crescente presenza della figura dello psicologo negli istituti scolastici. Tuttavia, per troppe persone l’assistenza psicologica è ancora un lusso, una pratica poco efficace rispetto a un farmaco o ancora una potenziale ragione di esclusione sociale. Sono le stesse persone che al disagio vedono aggiungersi una drammatica condizione di solitudine, difficilissima da intercettare e soprattutto da contrastare.

L’arrivo della pandemia, tra le altre cose, ha portato a galla molti di questi problemi, soprattutto per quanto riguarda la fragilità umana, così fortemente accentuata durante i tempi di crisi vissuti. Tuttavia, molto rimane un mistero, sia per l’opinione pubblica che per i gruppi dirigenti.

La nostra campagna dedicata al tema delle fragilità muove dalla fragilità psicologica per allargarsi a diverse tipologie di vulnerabilità. Intendiamo accendere i riflettori su diverse sfaccettature di una questione che ci riguarda tutti, dare voce a bisogni individuali e collettivi e fare proposte concrete per rendere l’Italia un Paese all’avanguardia su uno dei temi centrali del nostro tempo.