Il superamento dell’emergenza sanitaria globale deve essere la priorità assoluta, ma al contempo è fondamentale interrogarsi sull’inevitabile rallentamento dell’economia globale. Occorre un piano di investimenti pubblici europei in infrastrutture civili e tecnologiche e al contempo nuove politiche sociali e per la ricerca, al fine di fornire una risposta occupazionale immediata e avviare un processo di crescita sostenibile.

La “Coronavirus Response Investment Initiative” è un primo strumento che va in quella direzione e ci permetterà utilizzare le risorse non spese dei Fondi strutturali e di investimento europei, altrimenti automaticamente disimpegnate, per implementare la spesa sanitaria nella lotta al Covid-19 (acquisto attrezzature ospedaliere, DPI, ventilatori) e sostenere le piccole e medie imprese in queste settimane difficili.

Tale scelta però, non può tradursi in una distrazione prolungata di spesa e d’impegno degli strumenti della politica di coesione e dello sviluppo regionale a favore delle regioni più industrializzate, altrimenti le disuguaglianze nel nostro Paese rischiano di diventare più profonde, a cominciare dal divario Nord-Sud. Questo fenomeno va arginato subito con una vasta strategia per il rilancio degli investimenti e la crescita del Mezzogiorno.

È necessario intervenire anche sul piano normativo: è, infatti, indispensabile una revisione organica del Codice dei contratti pubblici e si devono studiare modalità appropriate con cui applicare più diffusamente il modello già utilizzato per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova.

Non è poi più rimandabile un grande piano per ridurre le distanze fisiche: da un lato potenziando la rete ferroviaria e velocizzando i servizi, dall’altro migliorando la mobilità interna al Mezzogiorno, con particolare riferimento al trasporto pubblico locale e alle filiere della logistica.

Siamo convinti che dalla tenuta economica e sociale del Mezzogiorno passi la ripresa dell’intero Paese da questa emergenza sanitaria.