La legge sulla cittadinanza è stata approvata in prima lettura alla Camera lo scorso 13 ottobre 2015 tra gli applausi scroscianti dei deputati PD, le becere grida dei leghisti e la meschina astensione dei 5 stelle. Dopo il coraggio iniziale siamo però fermi da anni.
Si tratta di una legge che il Partito Democratico ha proposto e ha portato avanti. Stiamo parlando di dare la cittadinanza a chi è nato qui figlio di genitori immigrati regolari, a chi ha studiato e si è formato insieme a noi, all’adolescente che parla il dialetto della città italiana in cui è cresciuto, al compagno di banco di nostra sorella.
Il Consiglio direttivo di FutureDem ha votato all’unanimità l’adesione alla campagna “Ero Straniero – L’umanità che fa bene” e alla manifestazione prevista a Roma questo venerdì 13 ottobre.
Andiamo fino in fondo a testa alta e a carte scoperte in Parlamento: una legge equilibrata è a portata di mano e una battaglia giusta può essere vinta. Le riforme si fanno, l’Italia cambia!
Cosa contiene la proposta di legge?
IUS SOLI
Il testo introduce un solo caso di ius soli, peraltro temperato, stabilendo l’acquisto della cittadinanza per chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, dei quali però almeno uno deve essere in possesso del diritto di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno di lungo periodo. Già adesso per legge lo straniero, nato in Italia e residente legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data. Lo ius soli, inteso come acquisto della cittadinanza per il semplice fatto di essere nati su un determinato territorio, c’è negli Stati Uniti: non c’è in Italia e nessuno lo sta introducendo.
IUS CULTURAE
La proposta di legge si concentra poi su una nuova modalità di acquisto della cittadinanza in cui il beneficiario è il minore straniero, nato in Italia o arrivato entro il compimento del dodicesimo anno di età, che diventa italiano, frequentando regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. L’acquisto non è nemmeno automatico, perché è necessaria una dichiarazione di volontà espressa, entro il compimento della maggiore età dell’interessato, da un genitore legalmente residente in Italia o da chi esercita la responsabilità genitoriale, all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza, da annotare nel registro dello stato civile. La proposta prevede anche che la cittadinanza italiana possa essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell’interno, allo straniero che ha fatto ingresso nel territorio nazionale prima del compimento della maggiore età, legalmente residente da almeno sei anni, che ha frequentato regolarmente, ai sensi della normativa vigente, nel medesimo territorio, un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo, presso gli istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ovvero un percorso di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale con il conseguimento di una qualifica professionale.