Ieri è iniziato il XIX Congresso del Partito comunista cinese, uno degli appuntamenti politici più importanti al mondo.
Nella sua lunga relazione introduttiva (oltre tre ore) Xi Jinping ha dichiarato ai 2280 delegati che il Paese non copierà i sistemi politici stranieri e proseguirà con le politiche di apertura del mercato. Ha ribadito la necessità di una più incisiva lotta all’inquinamento e ha tracciato una nuova prospettiva: “La Cina deve diventare un moderno Paese socialista con una nuova visione, un nuovo pensiero e nuove strategie”.
Il gigante cinese dunque muta, evolve e guarda al futuro. Restano sul tavolo le questioni di sempre (maggiore democrazia, rispetto dei diritti umani e lotta alla corruzione) a cui si aggiungono tante altre sfide: dal bilanciamento degli scompensi di sviluppo tra zone costiere e quelle più interne, alla lotta conto la povertà dilagante che ancora affligge milioni di persone.
L’Italia e l’Europa faranno la propria parte per stringere relazioni più forti con un gigante economico, valorizzare il dialogo con una grande civiltà millenaria e incoraggiare il nuovo gruppo dirigente che sarà espresso dal Congresso a incamminarsi sulla strada di valori universali e dello Stato di diritto.